terça-feira, 10 de janeiro de 2017

Delle ferite

"- Amare è un verbo, non un sostantivo. 
Non è una cosa stabilita una volta per tutte, ma si evolve, cresce, sale, scende, si inabissa, come i fiumi nascosti nel cuore della terra, che però non interrompono mai la loro corsa verso il mare. 
A volte lasciano la terra secca, ma sotto, nelle cavità oscure, scorrono, poi a volte risalgono e sgorgano, fecondando tutto.

Il cielo sembra la cassa di risonanza di quelle parole dolci, che solo in una serata così non risultano retoriche.
- E allora che devo fare?

Mamma tace per almeno due minuti, poi le sue parole escono dal silenzio come un fiume che dopo tanta fatica arriva al mare:
- Amare lo stesso. Puoi sempre farlo: amare è un'azione.

- Anche quando si tratta di amare chi ti ha ferito?

- Ma questo è normale... Due sono le categorie di persone che ci feriscono, Leo, quelli che ci odiano e quelli che ci amano...
Non capisco. Perché chi ci ama dovrebbe ferirci?
- Perché quando c'è di mezzo l'amore le persone a volte si comportano in modo stupido. Magari sba- gliano strada, ma comunque ci stanno provando... Ti devi preoccupare quando chi ti ama non ti ferisce più, perché vuol dire che ha smesso di provarci o che tu hai smesso di tenerci...
- E se proprio non riesci ad amare lo stesso?
- Non ci hai provato abbastanza. Spesso ci inganniamo, Leo. Pensiamo che l'amore sia in crisi, ma invece è proprio l'amore che ci chiede di crescere... come la Luna: ne vedi solo uno spicchio, ma la Luna è sempre lì tutta intera, con i suoi oceani e le sue vette, devi solo aspettare che cresca, che a poco a poco la luce ne illumini tutta la superficie nascosta... e per questo ci vuole tempo."

[Alessandro D'avenia - Bianca come il latte, rossa come il sangue]

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